“Poiché l’illimitato sembra inconciliabile con il mondo, EST accende il confronto tra diversi linguaggi per scardinare credenze e costruire ponti, aprendo così un varco che proietti la riflessione verso nuovi orizzonti in grado di liberare la coscienza dagli angusti spazi di ciò che diamo per scontato. È importante fare questa fatica, perché in ciò che diamo per scontato si annida il nostro terrore più profondo: il crederci mortali, ovvero totalmente annientabili. Capire che cosa significa eternità ci permette di pensarci oltre il limite della morte.”
“Questo convegno vuole rendere espliciti i linguaggi che parlano di finitudine, considerando il concetto di eternità come il perno sul quale far ruotare antiche e nuove definizioni dei rapporti tra limite e infinito, vuoto e materia, niente e essere, fisica e metafisica, mortalità e immortalità.” (Ines Testoni)

NOBEL LECTURES:

Gerard 't Hooft
Premio Nobel per la Fisica 1999 con il suo relatore di tesi Martinus J.G. Veltman "per aver chiarito la struttura quantistica delle interazioni elettrodeboli"

ha contribuito ai maggiori sviluppi della fisica teorica fondamentale degli ultimi cinquant'anni. Già nella sua tesi di dottorato ha rinormalizzato le teorie di Yang-Mills, aprendo la strada alla teoria elettrodebole, alla cromodinamica quantistica (teoria dei quark), e infine al Modello Standard delle particelle elementari. Ha poi rivolto la sua attenzione alla Gravità, formulando nel 1993 il Principio Olografico, che da allora è stato una guida illuminante per i ricercatori di Teoria delle Stringhe e Gravità Quantistica. E, non ultimo, negli ultimi vent'anni ha sviluppato la sua controversa interpretazione deterministica della meccanica quantistica, seguendo le orme di Einstein. Per questi risultati ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Premio Wolf nel 1981 e il Premio Nobel per la Fisica 1999.

Roger Penrose
Premio Nobel per la Fisica 2020 "per la scoperta che la formazione di buchi neri è una solida previsione della teoria della relatività generale"

ha rivoluzionato la Relatività Generale nel 1965, introducendo nuove potenti tecniche topologiche per studiare il problema della singolarità. Con il suo collega più giovane Stephen Hawking, sviluppò i famosi teoremi della singolarità: se la Relatività Generale è vera, ci deve essere una singolarità spazio-temporale nel passato (il Big Bang), e ci devono essere singolarità nel futuro (buchi neri). Quindi, Penrose ha anche dato un contributo fondamentale alla teoria quantistica, proponendo che il collasso (spontaneo) della funzione d'onda è dovuto all'interazione gravitazionale. Gli esperimenti sono progettati in questi anni per verificare questa ipotesi. All'inizio degli anni '90 affronta il problema della coscienza, trovando prove della natura non algoritmica della mente e quindi della sua non riproducibilità su una macchina. Tra i tanti premi, ha ricevuto il Premio Wolf nel 1988, la Medaglia Dirac e il Premio Nobel per la Fisica 2020.